Era una camelia japonica bianca, la pianta più ammirata e amata nel giardino di mia nonna Angela. Un esemplare che passava i cento anni dal portamento solido ed elegante. Mia nonna opponeva un netto e solenne rifiuto ai più che le chiedevano di recidere qualche fiore, non per diletto si intende, ma per portarlo alla Madonna o al cimitero. Sosteneva che la pianta ne soffrisse con tanta convinzione che me ne convinsi anch’io. Regalava però, tutti gli altri fiori del giardino, a queste donne richiedenti, per i solenni adempimenti.
I bambini del circondario mi annoiavano e preferivo passare lunghi pomeriggi d’estate solo nel giardino, ad osservare le piante i fiori, coglierne le differenze, nel portamento, nelle caratteristiche degli steli, nel profumo e nei colori. Oppure arrampicarmi su un albero e restarci delle ore a fantasticare. Quasi tutte le cose belle che mi sono poi accadute nella vita, le ho fantasticate-progettate in cima a quegli alberi a otto/nove anni. Mia nonna mi lasciava spazio, e almeno in apparenza, aveva grande considerazioni delle mie osservazioni e “scoperte” botaniche.
Potevo passare l’intero pomeriggio seduto sotto la camelia a leggere un libro o a sognare, senza che mi interrompesse una sola volta. Mi sentivo padrone del mio tempo, della mia vita, come mai più mi è capitato!
Una volta mi chiamò e mi fece raccogliere tre camelie che consegnò ad una mesta signora dall’età indefinibile, interamente vestita di nero con i capelli grigi raccolti dietro la testa. Restai fermo ad osservare questa che si allontanava e lei anticipando la mia domanda sibillò: “o vuleva bbene”! Teorizzai che la camelia e lei leggessero nei cuori e si donassero solo a quelli puri.

Dalla pianta della mia vita ho staccato molte camelie ed in quel momento ho sempre creduto che le stessi donando a cuori puri. Anche quando le cose si sono complicate ho serbato sempre questa prima emozione pur adeguando il comportamento ai piani di realtà. Non mi sono sentito depredato piuttosto mi è sembrato che sul mio albero ne spuntassero delle altre e ne restassero sempre tante.

Questo Blog è una camelia bianca recisa! Sento che chi lo legge è un cuore puro, è animato da sentimenti belli di colleganza e interessato ad azioni positive per la vita sociale e la nostra professione. Sarà bello fare insieme un percorso di conoscenza e ideazione. Un percorso durante il quale sentiremo il profumo dei fiori che spunteranno e il dispiacere per quelli che appassiranno. Un percorso che farà germogliare sull’albero di ciascuno tanti altri teneri boccioli.


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